I tassisti contro Uber

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Tassisti in rivolta contro Uber in tutta Europa. Martedì 26 gennaio infatti è stata la data scelta per una manifestazione continentale degli operanti del settore che si è tenuta a Parigi, non senza incidenti e tensioni. Erano tantissimi infatti i tassisti che hanno manifestato per le vie della capitale parigina, con la situazione che è degenerata quando i più esagitati hanno dato fuoco a dei copertoni, provocando poi degli scontri. Di mira sono stati presi anche i colleghi che non hanno aderito allo sciopero, con la rabbia che è sfociata anche contro i crumiri. Motivo di tanta esasperazione uno solo : Uber. Anche in Italia non sono mancate le manifestazioni, in particolare in tre città. I tassisti nostrani infatti si sono riuniti anche a Firenze, Napoli e Roma, dove hanno protestato in Piazza Santi Apostoli paralizzando buona parte del traffico viario, già di per se molto caotico, della capitale.

L’App della discordia

Tutta la vicenda nasce dal dilagare dell’uso di Uber, una App che consente di trovare una vettura, si può anche scegliere la tipologia che naturalmente fa cambiare il prezzo, che può portarti dove desideri come un taxi, pagando poi direttamente con carta di credito tramite l’applicazione e non quindi al conducente. Quello che sembrava un fenomeno prettamente made in Usa invece ha preso piede anche nel vecchio continente, provocando così le ire dei tassisti francesi e ora anche le proteste di quelli nostrani, visto che Uber sta prendendo piede anche da noi. Nella capitale infatti sono tanti i turisti che si affidano alla App anziché ai taxi tradizionali, ma anche comuni cittadini. Il motivo principale è il costo minore. Ma anche altri motivi. Per esempio se io volessi andare a delle feste private Roma l’arrivo con una vettura Uber sarebbe sicuramente più discreta, inoltre l’applicazione ti permette di tracciare dove la vettura prenotata si trovi così da poter calcolare al meglio i tempi.

La protesta dei tassisti si basa fondamentalmente sul fatto che si tratti di concorrenza illegale, visto la differente tipologia di tassazione per un servizio praticamente identico. In più il decreto Lanzillotta, in discussione in Parlamento, viene visto come il male assoluto e un favore alle multinazionali in quanto liberalizzerebbe ancora di più il mercato. Presa di posizione che però non va giù alle associazioni di consumatori, che vedono nella protesta dei tassisti solo un modo per difendere i loro privilegi di corporazione.


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